Messagge in a bottle

2017/04/04

Pensieri alla deriva 

Martedì 4 Aprile dalle 19:30 alle 22 Claudio Saverino è stato uno dei protagonisti della live performance Message in a Bottle – Pensieri alla deriva.

 

Quattro serate, da lunedì 3 a giovedì 6 Aprile, durante le quali quattro progettisti per ciascuna serata hanno interpretato il tema dell'Acqua attraverso la realizzazione live di un’opera pittorica con le tecniche più diverse.

Sedici progettisti, quattro live performance e un unico messaggio: sensibilizzare il pubblico sul consumo responsabile di un bene prezioso, l’acqua.

L’evento è stato organizzato con il patrocinio dell’associazione no profit H2O_Nuovi Scenari per la Sopravvivenza.

 

H2Otto

Via Crocefisso 27

Ingresso via Molino delle Armi - Milano

 

Nei mari della Luna

tuffi non se ne fanno:

non c’è una goccia d’acqua,

pesci non ce ne stanno.

Che magnifico  mare

per chi non sa nuotare.

Gianni Rodari

 

L’acqua è tutto, origine di ogni cosa sulla Terra.

La banalità di questa affermazione si tramuta presto nella percezione di una profonda ed enorme complessità.

È il più semplice degli elementi, due parti di idrogeno per una di ossigeno, eppure diventa oceani, fiumi, cascate, laghi, risaie, torrenti, lagune, paludi, ghiacciai, piste da sci, abissi, tempeste, pioggerella di marzo, nuvole, nebbia, stalattiti e stalagmiti.

L’acqua è il paesaggio in cui viviamo. Noi siamo acqua.

In un enorme sforzo di sintesi si potrebbe semplicemente dire che l’acqua è la vita stessa, nostra e di tutto il nostro pianeta.

 

Eppure siamo riusciti a trasformare il più importante degli elementi da risorsa vitale in prodotto, merce di scambio da vendere e comperare.

 

L’acqua non è una risorsa limitata, copre i 2/3 della superficie del pianeta. È la disponibilità di buona acqua, non maltrattata e non inquinata, ad essere limitata.

 

Dopo 170 anni di battaglie legali, nel Marzo 2017, la Corte Neozelandese riconosce al Fiume Whanganui, sacro per il popolo Maori, lo status di personalità giuridica. Avrà cioè gli stessi diritti legali di una persona.

È un fatto simbolico di enorme importanza; forse per la prima volta nella storia un fiume non potrà più essere impunemente arginato, deviato, imbrigliato, prosciugato, inquinato, maltrattato, negato, usurpato e venduto.

 

Non c’è una sola importante Città che non sia nata attorno all’acqua, eppure c’è stato un momento nella nostra storia recente in cui, incredibilmente, l’acqua era sporca e da sporcare, era inquinamento maleodorante, malattia, da intubare e sotterrare, da nascondere.

C’è stato un momento, nella storia dell’Occidente in cui l’acqua non corrispondeva al nostro concetto di Modernità.

Sta un po’ passando, questo momento, per nostra fortuna…

 

Citando e parafrasando l’artista Luca Trevisani (*), l’acqua è bianca e brillante, informe e passiva, ma anche bloccata essa non teme la stasi, la sua stabilità è ferocemente dinamica: contorna le cose, si adatta ai vuoti, trasforma i pieni, erode le superfici.

L’acqua è inquieta, obbedisce alle attrazioni delle fasi lunari, ai soffi di vento, al variare di una inclinazione. Risponde sempre alla forza di gravità.

L’acqua è irrequieta anche da ferma, la sua immobilità è piena di movimenti microscopici, di vibrazioni.  È sempre pronta ad irrompere con energia.

L’acqua è per me la metafora dell’eterno, ciclico, instancabile mutamento delle cose. Genera, distrugge, rigenera.

 

Non è solamente drammatica carenza vitale per molte zone del mondo.

 

L’acqua è anche la mutevole bellezza del pianeta in cui viviamo, una risorsa di bellezza da preservare e non inquinare.

 

Claudio Saverino

 

(*) Luca Trevisani, “Water ikebana stories about solid & liquid things”, 2014, Ed. Humboldt Books